La storia a lieto fine di Martin. Gli rubano la bici, va a sporgere denuncia e l'agente gli regala la sua
Ci sono ancora tra noi tracce di bontà, basta solo riuscire a riconoscerle
- 20 agosto 2020
- Altro
- Antonella Chiara Leccese
Non capita molto spesso di avere belle notizie, ma quando succede è giusto raccontarle e diffonderle, perché la gentilezza e il senso civico sono valori che si alimentano con gli esempi di umanità, con la perseveranza di chi, nonostante tutto, desidera ancora fare del bene. La “buona novella” che segue l’ha già raccontata con la consueta sensibilità in un post su Facebook il concittadino Marco Tribuzio, responsabile del Banco delle Opere di Carità della Caritas diocesana, ed è una storia che ha come protagonista Martin, un ragazzo africano che vive in Italia da un po’, e che si guadagna da vivere nel più nobile dei modi: lavorando onestamente. Per spostarsi, Martin viaggia in sella alla sua bicicletta, che ha acquistato con il frutto del suo sudore: tutti i giorni, ormai da maggio, la carica sul treno diretto a Bari e si reca sul posto di lavoro. Il giorno di Ferragosto, però, Martin è colto da una brutta sorpresa. Come sempre, il ragazzo si reca a Bari, raggiunge la spiaggia di Pane e Pomodoro, dove lavora come addetto alla pulizia della spiaggia, lega la sua bici a un palo, e si mette subito all’opera. Purtroppo, però, a fine giornata, non ritrova più la sua bici: qualcuno gliel’ha rubata, e adesso Martin si trova in mille difficoltà perché, senza quella bicicletta acquistata con tanta fatica, gli spostamenti di lavoro diventano un problema serio. Al ragazzo, così, non resta che andare a sporgere denuncia alla Polizia di Stato. Ad accoglierlo, il sovrintendente F., il quale, dopo aver sentito la sua storia, gli chiede di aspettare cinque minuti: giusto il tempo, racconta Marco Tribuzio nel post, di chiedere alla moglie se fosse d’accordo a regalare la loro bicicletta a Martin. E così, grazie alla generosità dell’“ufficiale gentiluomo” e della sua famiglia, la vita di martin può tornare a scorrere serenamente. Con qualche accortezza in più, perché, come sottolinea Tribuzio nella conclusione del suo post, “esistono pure le brave persone, ma esistono sempre quelle cattive”.