In Puglia si riscopre la gioia di preparare a casa i dolci della tradizione
Secondo una stima di Coldiretti, molte famiglie approfitteranno del “lockdown” natalizio per sfornare prodotti tipici e non rinunciare all’atmosfera di festa
- 24 dicembre 2020
- Cultura
- Antonio Gargano
Con la Puglia in zona rossa per le feste, in oltre la metà delle famiglie (52%) si preparano in casa i dolci tipici del Natale. Un modo gioioso e goloso per sfruttare il tempo da trascorrere tra le mura domestiche e garantirsi comunque, a tavola, l’atmosfera della festa grazie ai prodotti genuini preparati nel rispetto della tradizione. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione del lockdown delle feste, con la sfilata dei dolci regionali del Natale nei mercati di Campagna Amica a Foggia, Bari e a Brindisi, dove i cuochi contadini svelano i segreti della cucina per i dolci locali, ed è anche possibile fare acquisti last minute per regalare, a se stessi o agli altri, prodotti agroalimentari da mettere sotto l’albero o portare a tavola.
Dal Gargano al Salento i dolci radicati sul territorio di certo non mancano: dalle “cartellate” baresi al vincotto, alla variante salentina con il miele, dai “purcedduzzi” con miele e mandorle alle ostie di Monte Sant'Angelo, dal “biscotto” cegliese agli amaretti, dalle nuvolette di mandorla alle paste secche, sono spesso specialità preparare con ricette custodite gelosamente e trasmesse di generazione in generazione, e che costituiscono, quindi, un vero e proprio patrimonio culturale della nostra regione.
“I dolci della tradizione regionale non possono mancare sulle tavole di Natale dei pugliesi”, afferma Coldiretti Puglia, “e non solo con il panettone all'extravergine che batte il pandoro 3 a 1. È boom anche di dolci storici della tradizione pugliese, immancabili sulle tavole per pranzi e cenoni di Natale e Capodanno”.
I prodotti locali che trionfano incontrastati nell’intera regione sono le cartellate al vincotto, tradizionali un po’ in tutta la Puglia. Il nome potrebbe derivare da carta, e sarebbe fose in origine “incartellate”, cioè incartocciate, e rimanderebbe alla loro tipica forma ad arabesco. Le cartellate al vincotto, dette “carteddàte” in dialetto, si preparano con un impasto semplice a base di olio, vino bianco e farina, che viene poi tagliato nella tipica forma a rosa; successivamente i dolci vengono fritti e bagnati con il vincotto.
Particolarmente apprezzate sono anche le “mandorle atterrate”, sul cui nome sono state formulate diverse teorie etimologiche. C’è chi pensa che siano definite “atterrate” per la loro forma, e chi invece rinconduce “atterrate” al loro colore scuro, che ricorda la terra. Sono molto semplici da preparare anche in casa: in primo luogo si fanno sbollentare le mandorle, che vengono poi tostate in forno. Una volta tostate, si passano su una glassa di zucchero caramellato, rigirandole con un cucchiaino per uniformarne la copertura.
I “Purceddhuzzi” o “Purcidhuzzi” sono un tipico dolce salentino di origine antichissima, riconducibile forse al Medioevo: si tratta di piccoli bocconcini di pasta, fritti e poi ricoperti di miele e confettini colorati.
Curiosa è la storia delle ostie di Monte Sant’Angelo, ottenute con un composto altamente calorico a base di mandorle, con un pizzico di cannella. La tradizione vuole che questo dolce sia nato per caso, durante la preparazione delle ostie sacre, in un convento di monache di Monte Sant’Angelo, il monastero della S. Trinità delle Monache dell’Ordine di S. Chiara.
Infine, il biscotto cegliese è un dolce della tradizione contadina tipico di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, a base di mandorle tostate con ripieno di marmellata, che può variare nel gusto: ciliegia, amarena, uva o fichi. Si aggiunge una leggera fragranza di limone e caffè ed una copertura di una glassa chiamata “gileppo”.