L’amore vero unisce, ma non vincola.
L’amore, quando è vero, unisce senza vincolare. L’amore è un volo, non è mai catena.
- 04 gennaio 2019
- Libri
- La Redazione
Non chiede rinunce, non chiede di rinunciare alla propria personalità, alla propria essenza, al proprio volo, metafora di crescita e miglioramento.
La leggenda che vi proponiamo appartiene all’antica popolo dei Sioux. Popolo di grande saggezza che ancora oggi ispira riflessioni. Ispira.
Zitkala-Sa, scrittrice Sioux indigena, nel suo libro “American Indian Stories”, ha raccolto le più belle e significative storie del suo popolo.
Per meglio comprendere il vero amore, abbiamo scelto proprio una di queste storie e la riportiamo qui per voi:
“Narra un’antica leggenda che, un mattino, una giovane coppia di indigeni Sioux si recò a visitare lo sciamano del villaggio.
La coppia viveva vicino a Pahá Sápa, la zona oggi chiamata “Colline nere”, monti considerati sacri dal popolo Sioux.
Il ragazzo era un coraggioso guerriero il cui cuore era abitato da onore e nobiltà d’animo.
Anche in Nuvola Alta, la ragazza dagli occhi a mandorla e dalla folta chioma, emergevano la decisione e, soprattutto, l’amore profondo per il suo futuro sposo.
Il motivo per cui erano andati a fare visita allo sciamano era per loro molto importante: avevano paura che il loro fidanzamento, che quell’amore così devoto e solido che ora si dichiaravano, si sarebbe in qualche modo spezzato.
Avevano persino timore di morire e di non riuscire ad incontrarsi nell’aldilà.
Volevano che l’anziano stregone desse loro un rimedio, un sortilegio o un trucco che rendesse il loro amore eterno.
Il vecchio sciamano fissò entrambi per qualche istante con il suo sguardo acuto e il suo volto scalfito dagli anni.
Fumò la pipa, aggrottò la fronte, si schiarì la voce e poi prese la mano della ragazza:
“Se desideri conservare al tuo fianco il tuo amato, dovrai intraprendere un viaggio.
Non sarà facile, ti avverto. Dovrai salire su quella collina che vedi laggiù e prendere con le sole mani un falco, il più forte, il più maestoso. Dopodiché, dovrai portarlo qui vivo il terzo giorno dopo la Luna piena.”
Successivamente, lo sciamano si rivolse al giovane guerriero:
“In quanto a te, devi sapere che il tuo compito sarà altrettanto difficile e impegnativo.
Devi scalare la montagna più alta del nostro villaggio e prendere un’aquila. La più bella, la più vigorosa, la più selvaggia. Dovrai poi portarmela qui lo stesso giorno in cui si presenterà col falco la tua amata.”
La giovane ragazza Sioux e il suo amato compierono la sfida posta dallo sciamano. Lei portava il falco in una sacca di pelle. Il giovane aveva con sé l’aquila, quella più bella e più forte.
Quando giunsero dal vecchio stregone, chiesero entrambi quale sarebbe stato il passo successivo.
“Forse sacrificare i rapaci e fare il bagno nel loro sangue?”– chiesero.
“Ora dovete fare quello che vi dico: prendete i rapaci e legateli per le zampe con una corda di cuoio, in modo che uno sia vincolato all’altro e viceversa. Poi lasciateli, affinché volino liberi.”
Quando svolsero questo compito, davanti al risultato rimasero attoniti, senza parole. Nel momento in cui i due uccelli cercarono di spiccare il volo, non fecero che cadere di continuo.
Frustrati e pieni d’ira, presero a colpirsi vicendevolmente con i loro becchi duri e forti.
Il vecchio sciamano si avvicinò agli uccelli e li slegò.
“Ecco il sortilegio di oggi: imparate da quello che avete appena visto. Se vi incatenate l’uno all’altro, anche se si tratta d’amore, non farete altro che ferirvi, lacerarvi e rendervi infelici. Se volete che il vostro amore duri, volate assieme, volate alto, ma mai legati.