'L'istinto altrove' e 'Dossier Isabella Morra' al Teatro Belli

'L'istinto altrove' e 'Dossier Isabella Morra' al Teatro Belli

A Roma la presentazione della raccolta di poesie di Michela Zanarella e del saggio storico di Giuseppe Lorin

  • 29 aprile 2019
  • Libri
  • La Redazione

Sabato 4 maggio 2019 alle ore 10.30 al Teatro Belli di piazza S. Apollonia 11 a Roma si terrà la presentazione del saggio storico di Giuseppe Lorin “DOSSIER, Isabella Morra” edito da Bibliotheka Edizioni e della raccolta di poesie di Michela Zanarella “L’istinto altrove” Ladolfi Editore. Si apre con la proiezione del booktrailer diretto da Giuseppe Andreozzi, fotografie di Daniele Franceschini. Interventi di Dante Maffia, Antonetta Carrabs, Corrado Calabrò, Michela Zanarella, Vittorio Pavoncello. Seguirà corto teatrale “Parlate della mia poesia” scritto da Michela Zanarella e diretto da Giuseppe Lorin. In scena Agnese Magistri e Federica Trezza (Isabella), Chiara Pavoni (Luisa Brancaccio, madre di Isabella), Angelo Sorino (Diego Sandoval De Castro), Salvatore Gioncardi (Giovan Michele Morra, padre di Isabella). Ingresso libero.

 L'istinto altrove è un libro intenso e profondo composto da 72 liriche che diventano canto e indagine dell’anima, un viaggio autentico nei sentimenti. Dacia Maraini che ha curato la prefazione scrive: “In questa raccolta di poesie dal titolo emblematico Michela Zanarella sembra voler far sua la natura stessa del linguaggio poetico che riesce a scavare e mettere in luce le radici più profonde e nascoste dei sentimenti che ci animano, l’amore sopra tutti”. Ed è l’amore a pulsare tra le pagine con immagini talvolta insolite. Gli elementi della natura guidano l’ispirazione dell’autrice che osserva, ascolta, e cerca di accedere ai simboli del cosmo. Le parole scorrono e si fanno emozione travolgente: “Ho visto il mio corpo/diventare luna/per raggiungerti di notte/mentre il mondo taceva”. La poesia si fa spazio nel corpo e nell’anima e nell’amore si trasforma in esperienza di verità assoluta.

Dossier Isabella Morra è il ritratto di una delle penne poetiche più intense del XVI secolo. Gli scritti di Isabella Morra, riflettono il valore mediatico della Poesia stessa, che entra a far parte della linfa appartenente ad una natura troppo ricca, tanto da essere predestinata a causa del suo eccesso intatto e virginale, allo stupro e al saccheggio della sua essenza. Isabella confida che i posteri non la ricordino soltanto come fanciulla uccisa, pregandoli invece di non dimenticare i suoi lavori, le sue poesie scritte nella sofferenza di adolescente privata del padre, unico punto di riferimento in una terra amara. È nel primo sonetto, più che in altri, che si avverte la necessità di essere ricordata come poetessa, poiché, come sostiene, è la Poesia a mantenere in vita il poeta stesso. E, come sempre sostengo, si tratta di un riscatto di notorietà in forza della scrittura, ovvero della poesia, unico “ponte” tra il poeta e il lettore. Hanno contribuito per questo saggio storico di Giuseppe Lorin con loro poesie originali dedicate ad Isabella Morra: Dacia Maraini, Dante Maffia, Michela Zanarella, Corrado Calabrò, Marcella Continanza, Vittorio Pavoncello, Antonella Radogna.


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