Tiziana Felle, in arte TI, racconta il suo EP "Inner"
L'intervista alla cantautrice sul suo progetto musicale in inglese distribuito da Angapp Music
- 12 luglio 2024
- Musica
- Redazione
Ormai ascoltatori italiani e stranieri hanno ascoltato la sua musica. Lei è TI, al secolo Tiziana Felle, cantautrice pugliese che negli ultimi mesi ha pubblicato un nuovo Ep. "Inner" è il titolo del progetto, un titolo che parla da sè. I brani contenuti in esso, infatti, raccontano un mondo interiore ma che ben mantiene il contatto con la realtà affrontando temi quanto mai attuali. Fra i singoli firmati da TI, "Rumors", inno ala libertà e alla diversità, e "Programs" in cui si parla di legami tossici. Il tutto è narrato attraverso testi e sonorità dal sapore internazionale.
I tuoi brani sono molto introspettivi, qual è la condizione, il luogo e l’atmosfera che prediligi per comporli?
Non esiste un luogo preciso, per me è molto importante la condizione interiore. Certo, ho bisogno di silenzio e concentrazione per lavorare bene, soprattutto nella fase di sviluppo di un’idea. Credo, però, che una linea melodica, una frase, un ritornello possano venire in mente nei momenti e nei luoghi più diversi. Quando ho un po’ di tempo mi chiudo nel mio studio e mi lascio trasportare dall’improvvisazione sia vocale che strumentale. Credo parta tutto da lì. La sperimentazione, la ricerca di suoni attraverso l’uso di strumenti analogici e digitali, synth, pianoforte, chitarra, o attraverso Daw, è fondamentale per me, mi distanzia dalla realtà, crea le condizioni ideali per una nuova idea melodica.
A cosa è dovuta la scelta di pubblicare un Ep piuttosto che un disco? “Inner” anticipa forse l’uscita di un nuovo disco?
"Inner" anticipa un nuovo album a cui sto lavorando. Sono molto selettiva, quindi, ho dovuto mettere da parte tante idee che non mi convincevano. Il lavoro su un’album ha bisogno di tanta attenzione, cura e passione e, dunque, del tempo necessario.
In quale direzione sta andando la tua ricerca artistica?
In questo momento sto approfondendo la musica elettronica indie/ambient/ tecno e la musica sperimentale. Voglio addentrarmi sempre di più in questo mondo. Conoscere bene le macchine che uso e lavorare sul suono, senza mai tralasciare l’aspetto melodico. La cosa più importante per me è conoscere e studiare senza mai fermarsi.
Attualmente da cosa ti senti ispirata?
Tutto quello che vivo mi da ispirazione, tutto quello che vedo, che mi commuove che mi fa riflettere. Ogni esperienza che mi tocca in qualche modo. Penso a tutto quello che accade intorno a noi, alla realtà che viviamo e da cui a volte vorremmo scappare. Penso alle guerre, violenze, alla povertà, a condizioni di disagio, sia fisico che mentale. Ma anche ciò che viviamo, giorno dopo giorno, alle nostre battaglie interiori o ciò che evitiamo di affrontare perché abituati a una società che deresponsabilizza. La musica gioca un ruolo fondamentale.Ascolto tanto e ricerco sempre ciò che mi può emozionare, arricchire e stimolare. Mi piace ascoltare nuovi artisti, andare a scovare gruppi o musicisti che non sono ancora molto conosciuti, così ho scoperto artisti meravigliosi.
Fra i temi affrontati c’è quello dei legami tossici, nel brano in “Programs”: è proprio il caso di dire che la musica riesce a raccontare ciò che può essere difficile esprimere a parole…
È proprio così. Attraverso la musica poi veicolare messaggi importanti e profondi, così come anche tanta leggerezza. In "Programs" ho voluto proprio affrontare questa tematica; quella delle dipendenze affettive, degli amori tossici da cui è difficile liberarsi e che possono portare ad eventi drammatici, pensiamo a tutti i femminicidi a cui assistiamo ogni giorno. In "Programs", però, non volevo focalizzare unicamente l’attenzione su eventi, così, drammatici ed estremi, quanto, piuttosto, analizzare relazioni comuni, apparentemente regolari, che nascondono invece rotture, violenze, dipendenze.
La scelta dell’inglese è dovuta ad un aspetto linguistico per la musicalità dell’idioma, oppure al desiderio di portare determinati messaggi ad un pubblico internazionale?
Scrivo da sempre in lingua inglese. Mi piace molto come il suono delle parole riesce ad adattarsi alla musica. Ho una scrittura poco narrativa, più per immagini e per questo motivo credo che l’inglese sia la lingua perfetta; puoi esprimere un concetto complesso utilizzando poche frasi. Inoltre, cantando in inglese il messaggio può arrivare a tutti. Non escludo, però, di poter cantare anche in italiano o in altre lingue.
Pensi che questo progetto musicale, aldilà dell’aspetto linguistico, possa essere più adatto ad un mercato musicale italiano o straniero? E perché secondo te?
Non lo so, potrebbe essere apprezzato sia in Italia che all’estero. Dipende da chi lo ascolta. Non penso siano brani complessi ma hanno sicuramente una direzione, che può piacere o no. Spero possa arrivare a toccare sensibilità diverse!