Ciao Ciccio, ragazzo dal cuore grande
- 09 aprile 2021
- Sport
- Mario Sicolo
Donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini in giro per le strade del mondo, correte in uno stadio o in un palazzetto, sedetevi al centro del prato o di un parquet e chiudete piano gli occhi. Danzando leggera nell'aria arriverà la carezza di un vento speciale, puro e cristallino.
Sarà la voce squillante e allegra di un angelo: Ciccio Marrone è il suo nome. Parole soavi come dita vi solleveranno con la forza della narrazione e vi condurranno dentro gesta sportive legate ad un pallone, ai mille rimbalzi della vita, al caso che domina i giorni, al mistero che sussurra la verità nei pomeriggio di calcio e giovinezza. Perché Ciccio aveva gli occhi pieni di meraviglia ed una vita ancora spalancata alla luce e al domani. Amava i randagi perché, forse, si sentiva un po' così anche lui, quando saltellava tra i sogni bello. Per abbracciare d'affetto la città, aveva tentato persino l'avventura politica, rimanendone deluso.
Era stato pure un artista dall'ugola d'oro e sempre pronto a dire grazie, evento sempre più raro fra gli uomini. Perché Ciccio, nonostante fosse un fiore di 29 anni ancora assetato d'aurore, era un cavaliere d'altri tempi, con perdipiù un'ironia accattivante. Era l'aedo prediletto delle gesta calcistiche bitontine, al seguito del Bitonto Calcio e della Polisportiva Five.
L'entusiasmo e la passione, che metteva in tutto quel che faceva, avevano qualcosa di straordinario e trascinante. Per rendere onore al secolo neroverde si era anche inventato la Top XI del Centenario.
Ora, Ciccio, dopo aver lottato come un fiero leoncello contro il maledetto, spietato covid, non c'è più e il cuore di chi lo ha avuto caro gronda lacrime disperate perché no, così non si può morire...