A 41 anni dall'omicidio Tatulli, Bitonto celebra il suo ricordo
- 18 gennaio 2021
- Michele Cotugno
8 gennaio. Una data dolorosa per la città di Bitonto. Una data che rinnova un lutto che dura da 41 anni. Da quel maledetto giorno del 1980 in cui, a Milano, in via Schievano, tre giovani agenti di polizia perdevano la vita per mano delle Brigate Rosse.
Erano l'appuntato Antonio Cestari, 50enne originario di San Lorenzello (Benevento), il vicebrigadiere 32enne Rocco Santoro di Baronissi (Salerno) e il 24enne Michele Tatulli, di Bitonto.
Alle 8.15 di quella mattina Michele Tatulli e i suoi colleghi erano in servizio di perlustrazione, in borghese con un’auto civetta per fabbriche e scuole nella parte Sud di Milano. All’improvviso vennero speronati da una 128 bianca e i brigatisti Nicolò De Maria, Barbara Balzerani, Mario Moretti e Nicola Gianicola, spararono. Non ci fu scampo per i tre poliziotti. Una delle pallottole colpì Tatulli al cuore uccidendolo. La motivazione? Un macabro messaggio di “benvenuto” al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, appena giunto a Milano, per contrastare il terrorismo di matrice politica, che stava insanguinando l'Italia. Erano i cosiddetti "anni di piombo", anni maledetti, anni di speranze e di delusioni, anni di passione, di illusioni, di fallimenti. Ma anche di idee politiche criminali, che, da destra e da sinistra, predicavano la lotta armata come strumento utile alle proprie rivendicazioni.
E il giovane Michele fu uno dei tanti che pagarono con la propria vita la follia di quelle idee volte a rovesciare lo stato democratico. Si sarebbe dovuto sposare a breve, ma il fanatismo dei terroristi interruppe i sogni e le speranze di un giovane 24enne. I funerali si svolsero l'11 gennaio, in una giornata piovosa.
Anche quest'anno, come sempre, il Comune di Bitonto ha celebrato il suo ricordo nell'atrio di palazzo Gentile, di fronte alla lapide in sua memoria.
Dure le parole della sorella Grazia, da sempre in prima linea per mantenere viva la memoria.