A Nardò, solo un pari per il Bitonto

  • 06 giugno 2021
  • Mario Sicolo

Alla vigilia dell'insidiosa trasferta di Nardò, mister Valeriano Loseto aveva chiesto la partita perfetta si suoi. Ma la perfezione, si sa, non è di questa terra e tante sono le componenti, spesso arcane e inconoscibili, che determinano il destino di una gara. Come possono essere i fischi amletici del direttore di gara o le solite, inspiegabili amnesie collettive del reparto arretrato. Così, i leoncelli si giocheranno tutto negli ultimi novanta minuti di domenica prossima col Fasano e nel cuore del tecnico barese albergano solo rabbia e delusione: «Sì, c'è grande rammarico perché hanno segnato sull’unico tiro in porta. Non è possibile prendere sempre gol su palla inattiva, forse anche perche si era negli ultimi minuti ed eravamo un po' impauriti». Già, i bitontini erano passati al 4' con capitan Lattanzio, che, più scaltro di Ulisse, aveva fuffato il cuoio a Mengoli ed aveva freddato Milli in uscita. Poi, tante occasioni sprecate e contropiedi maldestramente cestinati.

«E aumenta il rammarico per una vittoria che avevamo costruito bene, senza rischiare nulla. Ci siamo comportati davvero da grande squadra. Siamo stati bravi dal primo al penultimo minuto, avevo fatto dei cambi proprio per avere più copertura al centro. E invece non è andata come volevo. Ma è inaccettabile prendere una rete così», l'allenatore se non è adirato, poco ci manca. Perché, a sessanta secondi dal triplice fischio, un fallo su Biason non visto, un anticipo di Petta sanzionato, piazzato di Caputo, inzuccata di Nicolao ed ecco servito il pareggio beffardo. In carta carbone con Puteolana e Gravina. «Ora, dobbiamo resettare tutto e pensare solo alla sfida decisiva con i fasanesi tra una settimana. Raggiungere i playoff sarebbe il coronamento dell'obiettivo che mi sono prefissato sin da quando sono arrivato. Non possiamo farci sfuggire la grande occasione. Poi, una volta giunti agli spareggi, tutti può succedere», osserva fiducioso Loseto. La grande novità che sa di antico sugli spalti del «Giovanni Paolo II» è stata la presenza del pubblico rumoroso e festante. Una parvenza di ritorno alla normalità: «Il calcio è uno sport motivazionale che ti dà emozioni e qui in terra salentina i tifosi hanno spinto i granata al pari com'è giusto che sia. Per questo, mi aspetto tanto dell'appoggio dei nostri sostenitori, che so essere molto appasionati».


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