Don Vito Piccinonna saluta Bitonto: "Vado via, ma non lascio le radici"

  • 21 gennaio 2023
  • Michele Cotugno Depalma

Tutto parte da alcune semplici parole. Tre per l’esattezza. “Gaudium et spes”. Gioia e speranza. Gioia per la chiamata dal Papa, bellissima perché inaspettata e alla quale non si poteva dire di no. Speranza per essere in grado di portare, in terre come Accumuli ed Amatrice, la parola di Dio dove ce ne è tanto bisogno dopo il sisma di sei anni e mezzo fa. Accanto a questo motto, poi, c’è il motivo dello stemma. Un albero di ulivo, quell’albero di ulivo, chiaro riferimento a noi, a Bitonto, alla sua Bitonto prima ancora che ai riferimenti biblici. Perché l’ulivo? Perché don Vito Piccinonna, neo vescovo di Rieti, va via ma senza strappare le radici. Senza dimenticare quella comunità dove è stato punto di riferimento. Quella città che in sette anni e mezzo gli ha dato tanto, forse tutto. E per la quale ha speso tutto il suo impegno. Per gli ultimi. Per i più bisognosi. Per i giovani. Per chi era in difficoltà. E lo ha ribadito anche in Consiglio comunale, dove ha salutato sindaco, assessori e consiglieri ma da dove ha abbracciato idealmente Bitonto, Mariotto e Palombaio, la frazione dove è nato. 

Il neo vescovo, parlando all’emiciclo, ha ricordato che Bitonto ha tante eccellenze da tanti punti di vista ma che a volte si disperdono, evidenziando come deve esserci il compito di custodire l’amicizia tra i cittadini. Quei cittadini che lo hanno accompagnato in questi sette anni e mezzo, dove ha camminato mai da solo ma con collaboratori.


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