Festival della poesia. I ragazzi del Galilei presentano il cortometraggio “Seguimi”

  • 31 agosto 2022
  • Carmen Toscano

Fiore all’occhiello della decima edizione del festival della poesia, organizzata dal Cenacolo dei poeti, è l’incontro sul cinema con il valore dell’integrazione. Con la realizzazione del cortometraggio “Seguimi”, diretto da Savino Carbone, i ragazzi del liceo scientifico-artistico “Galileo Galilei” di Bitonto hanno avuto la possibilità di prendere consapevolezza maggiore del “nero” che attanaglia il borgo antico e non solo. Hanno riproposto la storia dell’omicidio di Anna Rosa Tarantino, vittima di mafia.

Un episodio che ha segnato la storia di tutta la comunità e che non va dimenticato. Parlare di mafia, di certo, non è mai facile, ma è un importante tema da trattare, specie con le scolaresche. «I ragazzi sono stati in gamba, con i docenti e i tutor che li hanno seguiti nel percorso formativi di scrittura -ha raccontato Savino Carbone-, nel prendere consapevolezza di quello che è avvenuto e mettere su un progetto creativo che riuscisse a raccontare la città superando certe cesure come il triste episodio che ci ha privato di Anna Rosa Tarantino». L’idea di mettersi in gioco in questo ambito è partita, allora, dai liceali. Nella visione del loro prodotto è emersa la magistralità nel lavoro di interpretazione che hanno fatto e lo studio di una realtà a tutti, purtroppo, molto vicina. «Il progetto è partito tre anni fa e quest’anno mi hanno chiesto di interpretare il ruolo di Damiano – ha raccontato Marco Vacca, protagonista del cortometraggio-. Ho accettato volentieri, è un’esperienza nuova e unica nel suo genere perché ci ha permesso di scoprire un mondo nuovo, quale il borgo antico molto trascurato da chi lo vive».

Negli occhi di Marco, tanta l’emozione di un percorso giunto al termine e che ha portato i suoi frutti: «alla mia età -ha detto- non è da tutti partecipare e recitare in cortometraggi di questo calibro». Ha voluto sottolineare quanto sia stato stimolante mettersi in gioco e riscoprire anche il dialetto bitontino. Il festival della poesia, in questo, si rivela come importante finestra sulla cultura locale. Nell’affrontare tematiche come la mafia, «la speranza -ha dichiarato Vincenzo Brascia, ex presidente del presidio Libera Bitonto- è che questo possa contribuire a risvegliare le coscienze della comunità un po' addormentate su certi aspetti della città». Sono parole forti che arrivano dopo una riflessione sull’entusiasmo del presidio locale antimafia che negli anni si è spento. È nato nel 2014, «nei primi quattro anni ci sono state delle belle attività- ha concluso Brascia-, poi tutto è scemato e il presidio è stato chiuso». E, dunque, questo sottolinea l’importanza del lavoro svolto dai ragazzi del Galilei grazie a questa importante manifestazione targata Cenacolo dei poeti. «Il festival rappresenta una realtà importante, soprattutto per il suo carattere di trasversalità -ha concluso il sindaco Francesco Paolo Ricci-. Con svariati eventi riesce a mettere giù una serie di temi, a coinvolgere diverse situazioni. Si parla di legalità, di senso di responsabilità con il coinvolgimento di una realtà scolastica. Questo è un segnale importante: riprenderci il tessuto sociale, ripartire dalle tante cose buone che vengono fatte».


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