Ricordo del Professore Nicola Rossiello, maestro di calcio e vita

  • 04 gennaio 2020
  • Mario Sicolo

Quarantasette anni e un giorno fa, esattamente il 3 gennaio, si spegneva la lucente esistenza del professor Nicola Rossiello. 

Maestro di pallone e di vita d'altri tempi, nostalgiche foto in bianco e nero ce lo restituiscono di bianco vestito, con lenti scure e pensose, mentre guida un manipolo di imberbi atleti. 

Il prof ha lasciato un ricordo indelebile e commosso nei suoi allievi. Massima era la sua dedizione alla crescita non solo fisica dei suoi ragazzi, convinto assertore essendo dell'importanza culturale e sociale dello sport. Intere giornate, passate al campo quand'era solo un fazzoletto di deserto bitorzoluto ad indicare la strada del domani a chi voleva seguirlo, stanno lì a testimoniarlo. Per i mini calciatori della sua Ambrosiana - mitica squadra che destinava spesso e volentieri i suoi virgulti nel Bitonto-, sosteneva volentieri enormi sacrifici, compreso acquistare le divise, di cui si riforniva presso un mitico negozio ad hoc in quel di Molfetta. 

E i suoi discepoli impavidi , (il più celebre, Cesarino Vitale, talento sfolgorante e cognome garanzia di pallonaro passione, ha giocato anche in Serie B) lo ripagavano con partite piratesche sovvertendo pronostici in partenza disperati contro corazzate giovanili avverse. Al prof Rossiello sono stati dedicati una targa sulla tribuna del Città degli Ulivi, recuperata lodevolmente dal giornalista Nicola Lavacca, e un centro polivalente su via del Petto, mestamente oltraggiato nel tempo da assurda incuria e colpevole abbandono, con doveroso disdoro di tutte le amministrazioni che l’hanno permesso. 

Parlando di Mario Licinio, Tonino Sblendorio, docente pure lui e pedatore antico, sorridendo amaro, mi confidava: "Quello di oggi è il calcio dei danari, il nostro era il calcio dei sogni e dell'amicizia". 

E Nicola Rossiello ne è stato uno degli interpreti più puri.


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