Zotti e Manzari. I gemelli del goal che fecero sognare Bitonto
- 02 agosto 2020
- Danilo Cappiello
Come Vialli e Mancini a Genova o come Pulici e Graziani a Torino, c’è stata un’annata sportiva, precisamente quella 2016/2017, in cui anche Bitonto ha potuto vantarsi di avere in squadra, i propri gemelli del goal: il mago e il condor.
Simili nell’aspetto ma con capacità tecniche tanto diverse quanto eccelse, il mago e il condor a suon di goal e giocate da fuoriclasse, hanno costruito una delle favole sportive più belle, all’ombra del “Città degli Ulivi”.
Partiamo dal primo, Pierino Zotti. Il fantasista barese è semplicemente l’essenza del calcio. Parla poco, ma ogni suo tocco è poesia pura, arte, follia e genialità, abbinata al gioco del calcio.
Ogni qualvolta si allaccia gli scarpini e scende in campo, Pietro Zotti non gioca a calcio, lo reinventa.
E’ un faro che fa luce anche nei momenti più bui e col destro, disegna comete di stelle che squarciano l’orizzonte sotto forma di rete e riscrivono le leggi del calcio piazzato.
Il secondo invece è il condor, Gennaro Manzari.
In un mondo in cui siamo circondati da dubbi, lui è un’autentica certezza: dategli un pallone in area più o meno giocabile e lui, lo trasformerà in goal.
La sua ossessione.
E non parliamo di goal qualsiasi, no. Parliamo di marcature che sono una collezione infinita di meraviglie, che ai telecronisti chiamati a commentare le gare lasciavano sempre e solo esclamare “Che goal ha fatto Manzari?”
Già, questo è quello che si chiedevano anche i malcapitati difensori avversari quando lo sentivano andargli via in dribbling fulmineo e sterzata decisa, prima di vederlo coordinarsi col destro, col sinistro o salire direttamente in cielo per fiondarsi come un condor sulla sfera vagante in area per colpirla di testa e spedirla in fondo al sacco, guadagnandosi ancora una volta il soprannome di bomber a suon di reti.
Reti, che hanno fatto di quella coppia una delle più amate a Bitonto che per un anno, armati di sciarpe, bandiere, voce e passione, ha potuto godersi e vantarsi di avere in squadra, i propri gemelli del goal.