Road to Casarano: perché provarci, perché crederci
Alcune considerazioni sul big match di domani al "Capozza", col leone neroverde chiamato alla vittoria per agganciare la zona playoff
- 22 maggio 2021
- Sport
- Antonio Gargano
Bitonto e Casarano. Casarano e Bitonto, per rispettare l’ordine ospitante-ospitata del prossimo match in programma al “Capozza”: due società solide, due grandi squadre, le due “arrabbiate” per eccellenza di questa assurdo girone H pandemico della Quarta Serie 2020-2021, attese dall’appuntamento clou di domenica 23 maggio. Uno scontro diretto che, molto probabilmente, vale un’intera stagione per entrambe…
Le Serpi salentine sono state considerate fin dagli albori dello scorso settembre, a detta degli addetti ai lavori e degli stessi avversari sul campo di battaglia, la corazzata favorita numero uno per la vittoria finale di questo campionato.
Il Leoncello, da par suo, partiva in quello stesso periodo ad handicap. Palesemente e pesantemente. Anzi, è il caso di dire che ri-partiva e basta, dopo il concreto rischio di non avere più a Bitonto “Calcio di livello”, all’indomani di vicende giudiziarie (su cui non ha più senso tornarci con masochistiche analisi, ricerche, accuse, eccetera) che avevano minato sul serio le volontà, i progetti, l’entusiasmo della Famiglia Rossiello. Oltre che privato un’intera comunità del secolare sogno-professionismo.
Bene, circa otto mesi dopo lo start della stagione sportiva in corso, la quale per Casarano e Bitonto – giova ricordarlo – non ha avuto né le stesse tempistiche né le stesse possibilità di programmazione, in sede di ripartenza, rossoazzurri e neroverdi risultano oggi divisi in graduatoria da appena un punto, entrambe all’inseguimento del medesimo treno playoff che potrebbe non avere, per loro, due posti liberi al momento del fischio definitivo del 13 giugno…
Un solo punto di differenza che dice tanto, che dice tutto.
A fine 2020, dopo nove giornate disputate, il Casarano era primo in classifica (in coabitazione con Taranto e Sorrento, ndr) con sette punti di vantaggio sul Bitonto di mister Ragno, in piena bagarre playout e che stava continuando abbondantemente a fronteggiare l’emergenza tecnico-tattica derivante da una lista di infortunati e immancabili casi Covid ineguagliabile per qualsiasi altra squadra partecipante allo stesso girone, certificato come il più competitivo dell’intera Serie D italiana. Tutto ciò, sempre partendo in ritardo, senza ritiro estivo, con il mercato senior di categoria già bello che avviato e quello under già “razziato” dalle compagini di prestigio partite nei tempi, nei modi e con lo spirito giusti, sereni ed equilibrati nella pianificazione di una stagione da protagonisti assoluti.
Il nuovo anno iniziava addirittura peggio del precedente, con un gennaio nero per i colori neroverdi: dopo dodici turni completati, Casarano primo a pari punti (23) con il Taranto e Bitonto addirittura quint’ultimo a -11 dai casaranesi, all’affannoso inseguimento di Portici, Brindisi, Francavilla & C. e di una salvezza tranquilla che di tranquillo, in quel momento, non aveva in realtà nulla…
Pensate, alla 20^ giornata (cioè dieci partite e meno di tre mesi fa, non di certo un’enormità temporale) c’erano ancora ben dieci punti di distacco tra le due contendenti di domenica prossima; il Casarano era da solo in vetta alla classifica e il nuovo Bitonto di mister Loseto si confermava in entusiasmante risalita, ma con la zona playoff pur sempre distante quattro lunghezze e quattro squadre da “risucchiare”.
Valeriano Loseto, appunto. Nel corso della gestione del tecnico originario di Bari Vecchia sono arrivati 30 punti tondi tondi, in 16 partite, mentre il Casarano nello stesso periodo e a parità di match disputati (ma, dai primi di marzo, sotto la nuova guida tecnica di mister Orlandi, coadiuvato dal bitontinissimo Francesco Modesto, al posto di Vincenzo Feola) ne ha racimolati soltanto 20. Eppure, in più di un’occasione, la conta degli indisponibili ha fatto registrare la doppia cifra, dal portierone Figliola fermato da inquietanti problemi cardiaci, alla seconda metà di stagione pressoché compromessa per Genchi, Sirri, Dicecco, passando per gli incubi infermieristici di Triarico e i problemi fisici qua e là, e più o meno ricorrenti, per i vari Taurino, Piarulli, Capece, Tedesco, Petta, Nocerino. Per non parlare del tragico, drammatico inizio d’aprile “extra-campo”, che sicuramente bene non ha fatto al morale di un ambiente, di una società, di una comunità che pensavano di aver vissuto nell’estate del 2020 i loro momenti peggiori…
Senz’altro da segno positivo fin qui la gestione Loseto, peccato solo che, ad esclusione dell’incredibile vittoria interna per 1 a 0 contro il Taranto attuale capolista chiudendo in nove uomini contro undici, il Bitonto abbia steccato in blocco gli importantissimi scontri diretti contro Lavello, Picerno e proprio Casarano, oltre alla recente partita di Pozzuoli, contro il fanalino di coda Puteolana, capace quest’anno di ottenere contro i bitontini due delle sue cinque vittorie totali in campionato.
Qual è la morale della “favola numerica” appena sciorinata? Dopo trenta giornate e mesi di competizione programmati, nati e poi proseguiti seguendo sentieri decisamente diversi tra loro, dentro e soprattutto fuori dal rettangolo verde, il Bitonto dell’incrollabile patron Rossiello è ancora là, ad un punticino dalla corazzata casaranese che, in quanto ad investimenti stagionali e qualità in rosa / panchina, non è da meno all’ambizioso Leone. Anzi… Un parco attaccanti come quello dei rossoazzurri, nonché un gran numero di giocatori esperti e navigati per la categoria ed un tandem tecnico come Orlandi-Modesto, che bene ha fatto anche in Serie C, sono punti a favore del Casarano che nessun’altra partecipante può vantare in questo girone ipercompetitivo, come si è detto a più riprese in questa analisi.
Non che la qualità del Bitonto sia scadente o nettamente inferiore al Casarano, per carità, ma i tantissimi giocatori abituati più al professionismo che ad un campionato difficile e “balordo” come la D – girone H, a disposizione di Valeriano Loseto (l’uomo giusto sbarcato all’ombra del Torrione nel momento giusto), non hanno avuto a disposizione il tempo naturale doveroso, che tra l’altro non esisteva davvero, per prepararsi psicofisicamente alla nuova dimensione calcistica immediatamente alle porte.
In pratica, un inseguimento continuo, un reinventarsi quasi circolare, una corsa ad ostacoli priva di congiunzioni astrali favorevoli, propizie, incoraggianti. Tuttavia, negli ultimi tempi, anche i nostri prossimi avversari hanno avuto le loro belle gatte da pelare e non stanno certo attraversando il loro momento migliore, tanto a livello tecnico quanto umorale: reduci da tre sconfitte consecutive (tra cui il nefasto 5-0 di Cerignola), presunti raid e un concreto ritiro “punitivi”, più un’altra débâcle evitata solo in pieno recupero, domenica scorsa a Picerno, gli uomini di Nevio Orlandi sono chiamati all’estremo riscatto proprio contro il Bitonto, sennò rischiano di gettare alle ortiche un’intera stagione da corazzata incompiuta.
I leoncelli hanno insomma l’obbligo di provarci, anche domenica. Per se stessi e per la storia centenaria di questi colori, per la città e i tifosi, per gli sforzi, la passione e l’impegno incondizionati fin qui profusi dalla Famiglia Rossiello. E bisogna crederci sul serio, perché di fronte non ci saranno degli automi imbattibili privi di stimoli emotivi, ma giocatori di eccelso ed indiscutibile valore però entrati da qualche settimana in un pericoloso, buio tunnel psicologico. Perché al “Città degli Ulivi”, due mesi fa, si resse bene un tempo intero. Perché dopo tutto e tutti, Bitonto e Casarano sono divisi sì da circa duecento chilometri stradali, ma da un punto appena in classifica. Ciò che più conta, numeri alla mano.
Poi, non si può dare già per morto un Leone soltanto ferito…