Insegne e vetrine accese in protesta
- 02 maggio 2020
- Carmen Toscano
Buio e forse qualche luce fioca per gli affetti familiari e alcuni piccoli aiuti. È questo che attanaglia l’animo di molti lavoratori per colpa delle negative ripercussioni della pandemia in còrso.
Ma la paura va abbracciata ed è per questo che circa 80 esercenti, sotto il coordinamento della sezione locale di Confcommercio da sempre al loro fianco, hanno risposto accendendo le insegne delle loro attività commerciali, a Bitonto, per un giorno: dalla sera del 30 aprile al primo maggio.
Una richiesta d’aiuto, un bisogno di speranza, un messaggio di vicinanza: noi ci siamo.
“L’augurio -ha dichiarato Cristina Lovascio, delegata di Confcommercio a Bitonto- è che questo cambi al più presto e che diversamente, nel momento in cui non dovessero esserci i giusti aiuti e la giusta solidarietà da parte dei clienti e delle istituzioni, potrebbe venire meno. L’importante sarà quando torneremo a rivivere le nostre strade riadattarci a quella che sarà una nuova dimensione, un nuovo equilibrio, un nuovo rispetto di regole che inizialmente ci sembreranno strane ma a cui dovremo abituarci. Ricordiamoci sempre che le nostre attività supportano la vitalità e la socialità della nostra Bitonto, della nostra comunità”.
L’iniziativa, partita da Bari, ha coinvolto in totale 185mila attività di 19 regioni in tutta Italia.
“Senza contributi a fondo perduto- come ha spiegato Gianni Del Mastro del direttivo nazionale Movimento Impresa- più del 50% delle attività non ce la farà con una ricaduta in termini occupazionali di 100 mila impiegati pugliesi che rischiano il licenziamento sul totale dei 220 mila addetti assunti”
Ed è questa la richiesta di molti lavoratori che, ieri, hanno trascorso un primo maggio diverso, diventato simbolo di speranza e di una ripresa dei valori umani e affettivi nell’attesa di tornare alla normalità più carichi di prima e regalarsi un futuro più roseo.